I DOMS rappresentano la risposta fisiologica del nostro organismo, dal punto di vista muscolare, ad uno sforzo diverso dal solito per vari fattori qualitativi o quantitativi.
Alcuni fattori più importanti sono il tipo di carico muscolare somministrato e l’intensità.
Si definiscono dolori ad insorgenza ritardata per differenziarli da quelli in acuto che invece rappresentano un problema che si manifesta durante l’allenamento e che possono dipendere da un infortunio o dal raggiungimento di un limite di esercizio ed eccessivo accumulo di acido lattico a livello locale.
Si cominciano a percepire nelle 24 ore successive al termine dell’attività e possono durare fino ad oltre 72 ore in fase dolorosa prima di regredire spontaneamente.
Ma da cosa dipendono?
Dall’acido lattico? Noooo….se avessimo dolore da accumulo eccessivo di acido lattico per ore/giorni…saremmo morti prima di accorgercene, l’acido lattico locale viene smaltito in pochi minuti o al massimo un paio d’ore se è diventato sistemico in maniera imponente.
Allora dal troppo allenamento? No.
Da un infortunio? No.
Dal fatto che non si è ben allenati? Nemmeno.
Dipendono prevalentemente da uno stato di infiammazione che si genera nelle fibre muscolari, causato da sforzi diversi dalle proprie abitudini ricorrenti e caratterizzati per lo più da variazioni di intensità e di modalità di movimento, con una netta predominanza delle fibre coinvolte nei muscoli deputati a svolgere la fase eccentrica durante le esercitazioni svolte.
Questo perché proprio durante la fase eccentrica è più facile che a livello delle membrane cellulari delle fibre muscolari si generino delle microlacerazioni, da non confondere con stiramenti, strappi o elongazioni che hanno invece natura traumatica, le quali nella fase di ricostruzione plastica della struttura muscolare attivano una serie di meccanismi chimici che generano poi la sensazione di dolore, spesso infatti associata a calore e gonfiore.
Non esiste un rimedio scientificamente provato per evitare i DOMS o per eliminarli, si possono prendere solo alcune precauzioni di buon senso e applicarle al bisogno.
Un bagno caldo sembra avere sicuramente più efficacia piuttosto che una doccia fredda, così come dell’attività cardiovascolare moderata risulta più adatta durante la fase dolorosa piuttosto che esercizi di stretching o allungamento.
In termini pratici, prevedere dei cambi di allenamento volti a generare saltuariamente situazioni di questo tipo viene ritenuto un buon metodo per generare lenti ma costanti miglioramenti nei corpi di chi segue un programma di allenamento organizzato e regolare.
Al contrario, chi pratica con incostanza e scarsa organizzazione una qualsiasi forma di allenamento, avrà probabilmente molti più episodi di questo genere ma con scarsi miglioramenti dal punto di vista dello stato di salute e forma fisica generale.